Il Viaggio in Giappone – Parte 6 – Shirakawa-go e Takayama

Il sesto giorno abbiamo visto Shirakawa-GO, il paese delle piantagioni di riso e dell’allevamento del baco da seta. In questa zona d’inverno fa molto freddo e nevica con regolarità perciò i tetti delle abitazioni di questa piccola cittadina sono a punta e realizzati interamente di paglia. Il tempo non era dei migliori ma attrezzati con k-way e ombrello siamo riusciti a cavarcela senza nessun malanno! (Assai più pericolosi sono invece i luoghi chiusi che d’estate si trasformano in veri e propri frigoriferi!!).

La sera siamo arrivati a Takayama dove abbiamo dormito in un ryokan. Questa è stata l’esperienza più incredibile di tutto il viaggio. Siamo stati accolti da tre simpatiche signore in kimono in una piccola reception già dotata di tatami, sala da tè e porte scorrevoli di legno e carta di riso. Qui siamo stati invitati subito a toglierci le scarpe ed abbiamo scelto lo Yukata da indossare la sera stessa per la cena tradizionale e per l’utilizzo dell’Onsen.

L’Onsen sono le terme giapponesi, usate per rinfrancare il corpo e lo spirito di chi vi entra. Vi si accede da una pre-area dove è necessario lasciare tutto, abiti compresi, per poi procedere nella stanza della vasca e, sotto una luce soffusa ed invitante, procedere al lavaggio del corpo. Solo una volta puliti e profumati abbiamo la possibilità di accedere alla onsen vera e propria in cui si lasciano andare i pensieri e ci si gode il momento rigenerante nel più completo relax! A quel punto, la vergogna non esiste più ed ogni pensiero vagante viene spento lasciando posto solo ad una intensa sensazione di benessere. La nostra casina giapponese, perché parlare di camera è riduttivo, era dotata di una sala centrale con tavolino e sedie senza gambe, porte scorrevoli, una piccola veranda esterna, una nicchia ed una toilette con moltissimi prodotti per la cura del corpo.

I pasti erano prettamente giapponesi, con una dozzina di ciotole, piattini e bicchierini a persona, udon, zuppa di miso, sashimi, toriyaki, e moltissime altre pietanze, il tutto da trangugiare armati di pazienza, cioè senza l’ausilio delle comode forchette! (e neanche di tovagliolini di carta!).

Al nostro rientro in stanza abbiamo trovato i futon stesi pronti ad accoglierci nella notte e devo ammettere che, a dispetto delle apparenze, sono piuttosto comodi!

Finisco il resoconto della giornata regalandovi questa immagine di assoluta nipponicità non solo perché racchiude molti elementi tradizionali che ho avuto la fortuna di saggiare di persona ma anche perché mi trasmette un senso di pace indescrivibile!

Pubblicato da Lacchan

Nata il 14 Giugno 1986, si diploma in Ragioneria e consegue la Laurea in Economia e Commercio, coltivando come hobby la passione per il disegno e la scrittura. Nel 2014 il suo racconto "L'Isola che (non) c'era" viene inserito nell'e-book Discover - Racconta il tuo viaggio edito da Sogni Low-cost

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